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© Catacombe San Sebastiano 2023

Catacombe San Sebastiano

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La forza della fede

La storia fornisce pochissime informazioni affidabili su San Sebastiano, ma la diffusione del suo culto ha resistito ai millenni ed è ancora oggi molto viva. Fonti storiche, come la "Depositio martyrum" risalente al 354 e il "Commento al Salmo 118" (340-397) di Sant'Ambrogio, ci danno il suo dies natalis, il suo compleanno in cielo, come il 20 gennaio 303.

Le poche testimonianze furono poi ampliate e abbellitte dalla successiva Passio, scritta nel V secolo dal monaco Arnobio il Giovane. San Sebastiano, secondo Sant'Ambrogio, nacque e crebbe a Milano da un padre di Narbona (Francia) e una madre milanese.  Educato nella fede cristiana, si trasferì a Roma nel 270 e intraprese la carriera militare intorno al 283, diventando tribuno della prima coorte della guardia imperiale a Roma. Gli imperatori Massimiano e Diocleziano, non sospettando che fosse cristiano, lo stimavano per la sua lealtà e intelligenza.

Grazie alla sua funzione, poteva aiutare discretamente i cristiani imprigionati, occuparsi della sepoltura dei martiri e riusciva a convertire nobili militari e di corte. Secondo la tradizione, fu arrestato mentre seppelliva i santi martiri Claudio, Castorio, Simporiano e Nicostrato, noti come "i Quattro Coronati", sulla via Labicana. Fu portato da Massimiano a Diocleziano, già furioso per le voci che i cristiani si nascondessero nel palazzo imperiale anche tra i pretoriani.

Diocleziano così apostrofò il tribuno: "Ti ho sempre tenuto tra i maggiorenti del mio palazzo, e tu hai operato nell'ombra contro di me, insultando gli dèi." Sebastiano fu condannato al martirio. Fu trafitto dalle frecce scagliate dalla manciata di soldati che comandava in una zona del Palatino chiamata il campus. Creduto morto dai soldati, fu lasciato in pasto alle bestie selvatiche. La nobile Irene andò a recuperare il suo corpo per dargli sepoltura, ma scoprì che il tribuno non era morto e lo trasportò nella sua casa sul Palatino, dove curò le sue numerose ferite. 

Miracolosamente, Sebastiano riuscì a guarire; poi, nonostante i consigli di fuggire da Roma, decise di proclamare nuovamente la sua fede davanti a Diocleziano e al suo associato Massimiano nel tempio dedicato al dio Sole. Sentendo i rimproveri di Sebastiano per la persecuzione dei cristiani innocenti dalle accuse a loro rivolte, Diocleziano ordinò che questa volta fosse flagellato a morte.

L'esecuzione avvenne intorno al 304 nel circo Palatino. Il suo corpo fu poi gettato nella Cloaca Massima (le fogne di Roma), affinché i cristiani non potessero recuperarlo. Il martire apparve in sogno alla matrona Lucina, indicandole il luogo dove si trovava il cadavere e chiedendole di seppellirlo nel cimitero ad Catacumbas sulla via Appia.

Fino a tutto il VI secolo d.C., i pellegrini alla Memoria Apostolorum, dove venivano onorati i Santi Pietro e Paolo, visitavano anche la tomba del martire, la cui figura era diventata molto popolare. Nel 680 d.C., alla sua intercessione fu attribuita la fine di una grave epidemia di peste a Roma. San Sebastiano, quindi, fu eletto taumaturgo contro le epidemie, e la basilica fu intitolata a Sancti Sebastiani. Papa San Caio lo chiamò "Difensore della Chiesa" per la sua opera di guarigione dei cristiani.

Venerato il 20 gennaio, Sebastiano è considerato il terzo patrono di Roma insieme ai due Apostoli Pietro e Paolo.

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