Il sito originariamente denominato "ad catacumbas" ossia, secondo la spiegazione più diffusa, "presso l'avvallamento", per la presenza di antiche cave di pozzolana.
Per
consuetudine
questo toponimo è stato poi assunto per indicare i cimiteri sotterranei cristiani, noti oggi come catacombe.
Come spesso accadeva nell'antichità la cava venne riadattata e adibita dai cristiani in cimitero, con sepolture modeste come loculi e arcosoli. La comunità cristiana, dato l'ingente numero dei propri membri, il processo dell'inumazione
e l'elevato costo dei terreni suburbani, continuò l'escavazione della catacomba fino a formare una districata rete di gallerie sotterranee di 12 km su tre livelli.
Prima dell'avvento del cristianesimo i romani usavano chiamare i loro luoghi di sepoltura con il vocabolo greco "necropolis", cioè la città dei morti.
I primi cristiani, invece, preferirono denominarlo "cimitero", dal greco "koimào" che significa "dormire".
Percorrendo le gallerie della catacomba si può notare la grande varietà delle tombe e delle decorazioni. Ogni tomba aveva il suo piccolo contrassegno per essere riconosciuta, spesso un oggetto o un semplice frammento: una lucerna, una moneta, un fondo di coppa, un monile, un giocattolo di un bambino.
In molti casi, un nome tracciato o un graffito sulla calce di chiusura, ci ha tramandato la memoria del defunto.
un evento fondamentale per lo sviluppo e la notorietà della catacomba fu la deposizione del corpo del martire Sebastiano.
La venerazione dei fedeli per questo testimone di Dio provocò mutamenti profondi all'interno della catacomba. I posti vicini alla tomba venerata vennero sempre più ricercati.